lunedì 29 novembre 2010

Grazie a Paolaotto di Profumo di biscotti!



Oggi vorremmo ringraziare una nostra lettrice, che ha realizzato una delle nostre ricette siciliane: Paolaotto del blog Profumo di biscotti.
Paola ha cucinato i nostri fagottini alla ricotta, trasformandoli in fantastiche polpettine da antipasto.
Complimenti anche per la bellissima fotografia!
Speriamo che anche altri ci inviino i loro risultati e... aspettiamo tutti al ristorante per fare la vostra conoscenza di persona! :-)

giovedì 25 novembre 2010

Ricetta Siciliana: Zeffiri di pollo


Che cosa potremmo cucinare e riporre in una di queste tazze colorate?
Si tratta di un secondo piatto, mooolto speciale: gli zefiri di pollo. Non ne avete mai sentito parlare?
In effetti hanno una preparazione particolare, che abbina crema e panna montata a sapori salati.
Fateci sapere che cosa ne pensate!

Ingredienti

mezzo litro di latte
6 tuorli d'uovo
6 petti di pollo
150 g di panna montata
sale
2 o 3 fogli di colla di pesce

Preparazione

Fate una crema con mezzo litro di latte e 6 tuorli d'uovo. A questa crema aggiungete 6 petti di pollo, lessati o rosolati, pestati a lungo nel mortaio e passati a setaccio, 150 g di panna montata con poco sale, 2 o 3 fogli di colla di pesce sciolta in mezzo bicchiere di acqua calda. Versate dentro tazze senza manico, che terrete varie ore sotto ghiaccio prima di portarle a tavola.

lunedì 22 novembre 2010

Ricetta Siciliana: Coniglio alla cacciatora

Foto by DIGISEA

Capita di incontrare persone che non mangino il coniglio, mentre molte altre ne vanno pazze. La decisione di non mangiarlo forse deriva dalla tenerezza che l'animale suscita in noi? Per tutti coloro che si sentano carnivori e non abbiano paura di mordere questo coniglietto, ecco una ricetta classica per la cacciatora.
Se passate da Milano, vi apsettiamo presso la nostra Trattoria... dove per ora il coniglio non è a menu! :-)


Ingredienti

1 coniglio
farina
cipolla
aglio
prezzemolo
2 bicchieri di vino rosso
conserva di pomodoro
sale
pepe
brodo di carne
capperi
2 coste di sedano
100 g di olive verdi snocciolate


Preparazione

Tagliate a tocchi il coniglio già pulito da testa, zampe e interiora. Passate nella farina i tocchi e fateli rosolare in un battuto di cipolla, aglio e prezzemolo. Dopo avervi fatto evaporare 1 bicchiere di vino rosso, aggiungere 1 cucchiaio scarso di conserva di pomodoro, diluita in poca acqua calda. Salate, pepate e, se occorre, aggiungete del brodo leggero di carne sino a coprire la carne. Regolate il fuoco e portate il coniglio a metà cottura. A questo punto unite un pugno di dissalati, 2 coste di sedano già sbollentate e tagliate a pezzi e 100 g di olive verdi, snocciolate e tagliuzzate. Diluite con un altro bicchiere di vino rosso e completate la cottura.

giovedì 18 novembre 2010

Ricetta Siciliana: Spaghetti con il nero di seppia


Il nero di seppia si usa in varie ricette in giro per il Mediterraneo, ma gli spaghetti rappresentano forse il primo piatto che ci viene in mente quando pensiamo a questo condimento.
Anche la cucina siciliana prevede "ricette nere", come questa che vi lasciamo oggi.
Vi aspettiamo però alla Trattoria Trinacia per gustare il nostro fantastico primo piatto (vd album Foto dal Menu)!

Ingredienti per 6 persone

300 gr di seppie fresche
1 cipolla piccola
3 spicchi di aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
1 bicchiere di olio
300 gr di pomodori pelati
1 mazzetto di prezzemolo
sale, pepe

Preparazione

Pulite le seppie staccando i tentacoli dalle teste, svuotate le sacche estraendo le vescichette del nero e metteteli da parte (facendo attenzione a non romperli): Eliminate la pellicina che ricopre le seppie, lavatele accuratamente sotto l'acqua corrente e tagliatele a striscioline, tagliuzzate finemente anche i tentacoli.
Ponete sul fuoco un tegame con 1 bicchiere di olio, la cipolla tritata e l'aglio a lamelle, fateli rosolare per qualche minuto, unitevi le vescichette che bucherete man mano con i rebi di una forchetta, bagnate ancora con un poco di acqua calda e completate la cottura mescolando bene.
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolateli al dente, versateli nella zuppiera e mescolateli con il condimento.

lunedì 15 novembre 2010

Ricetta Siciliana: Bocconcini ricotta e prosciutto

Foto by Tine72

Che cosa fareste con questi bei cestini di ricotta fresca? A parte ravioli, torte salate e mousse varie, possiamo utilizzarla per preparare un antipasto veloce, ma gustosissimo.
Eccovi la ricetta!

Ingredienti per 6 persone

600 gr di ricotta di pecora
150 gr di prosciutto cotto magro
300 gr di pangrattato
10 gr di funghi secchi
60 gr di farina
5 uova
sale e pepe

Preparazione

Mettete i funghi per 20 minuti a bagno in acqua tiepida. Passate poi la ricotta da un setaccio, raccogliendola in una terrina, unitevi il prosciutto tritato finemente, i funghi sgocciolati dall'ammollo e tritati, 3 uova; salate e pepate. Mescolate insieme gli ingredienti per ottenere un composto amalgamato alla perfezione.
Formate con il composto delle polpettine grandi quanto una noce, appiattitele leggermente con il palmo delle mani; sbattete lee due uova rimaste in una terrina e unitevi un pizzico di sale. Passate velocemente le polpettine nella farina, poi nell'uovo e successivamente neel pangrattato. Friggetele in abbondante olio bollente fino a che abbiano assunto un bel colore dorato e una consistenza croccante.
Trasferitele in un piatto avendo cura di sgocciolarle per bene, guarnite con foglioline verdi e servite ben caldo.

giovedì 11 novembre 2010

Storia della Sicilia: La Sicilia Romana

Siracusa e gli specchi ustori

Avete mai sentito parlare degli specchi ustori? NO? Bene ecco la nozione di storia che vi lasciamo oggi, naturalmente riguardo la storia della Sicilia! :-)

La dominazione romana in Sicilia iniziò il 10 marzo 241 a.C. (con la vittoria di Torquato Attico e Catulo sulle truppe cartaginesi di Annone nella battaglia delle isole Egadi) e si concluse nel 440, con la spedizione del vandalo Genserico, che conquistò l'isola.

Roma iniziò a intervenire in Sicilia in occasione di un conflitto scoppiato tra i Mamertini di Messina e i Siracusani, durante la prima guerra punica. I Mamertini, chiesero, ed ottennero, l'aiuto di Roma che intervenne militarmente nell'isola. Al termine della guerra Roma aveva occupato la massima parte dell'isola, eccetto Siracusa che conservò un'ampia autonomia (pur dovendo accettare la supremazia romana nella regione).

Il tiranno aretuseo, Geronimo, durante la seconda guerra punica, cambiando le alleanze, attirò nuove truppe romane alle porte di Siracusa. Anche i cartaginesi mandarono truppe nell'isola e fra Palermo, Siracusa, Agrigento e Enna, Roma e Cartagine si affrontarono direttamente in battaglie e assedi alternandosi a tratti nel controllo dell'isola. La conclusione di questa parte della guerra avvenne con la presa di Siracusa da parte delle forze di Marco Claudio Marcello, con la famosa morte di Archimede che aveva aiutato la sua città con le sue macchine e con i suoi specchi ustori. Siracusa poi - non più regno alleato - verrà inglobata nella Provincia di Sicilia di cui diventerà capitale.

La Sicilia divenne così la prima provincia territoriale di Roma e una delle più prospere e tranquille, sebbene la sua storia sia stata turbata da due gravi episodi di rivolta servile, una in Sicilia orientale dal 140 al 132 a.C., capeggiata da Euno e soffocata dal console Publio Rupilio; l'altra in Sicilia occidentale dal 101 al 97 a.C., capeggiata da Salvio Trifone e soffocata da Manio Aquilio: entrambe sono state trattate da Diodoro Siculo, con dovizia di particolari che consentono, fra l'altro, di avere un'idea della massiccia presenza di schiavi in Sicilia (200.000 circa), del loro sfruttamento e, conseguentemente, delle attività economiche ivi praticate.
Il governo isolano fu riorganizzato sotto la guida di un pretore, coadiuvato da due questori, uno a Siracusa e l'altro a Lilibeo e da un consiglio provinciale che però non aveva poteri effettivi.
Durante il governo repubblicano romano, tutte le città godevano di una certa autonomia ed emettevano monete di piccolo taglio, ma si diversificavano tra loro per il tipo di organizzazione amministrativa. Ad esempio Messina Tauromenio e Netum (= Noto) erano civitates foederatae, in quanto già alleate di Roma, Segesta e Palermo erano liberae ac immunes; altre erano civitates decumanae, cioè pagavano la decima secondo il sistema già in uso ai tempi di Gerone II fornendo così a Roma un tributo annuo di circa 2 milioni di moggi di grano (un quinto del fabbisogno dell'Urbe). Altre città ancora erano le civitates censoriae, comunità la cui terra era stata confiscata e resa ager publicus e per la quale dovevano pagare un affitto, oltre alla decima. L'accordo fra i triumviri Antonio, Ottaviano e Lepido riconosce nel 39 a.C. a Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno, la giurisdizione sulla Sicilia, oltre che su Sardegna e Corsica. Più tardi, però, le guerre civili si concludono con la vittoria definitiva di Ottaviano e Sesto Pompeo viene sconfitto da Agrippa.

da Wikipedia

lunedì 8 novembre 2010

Ricetta Siciliana: Cavolfiore in pastella al vino bianco

Foto by pizzodisevo

Abbiamo recentemente parlato di broccoli, quindi il passaggio al cavolfiore è quasi un dovere! :-)
Vi presentiamo una ricetta non leggerissima, in quanto stiamo parlando di frittura in pastella, ma che piacerà agli appassionati di antipasti. All'interno del fritto misto all'italiana, magari durante catering importanti, capita spesso infatti di incontrate il cavolfiore fritto in pastella. Perchè non provare a realizzarlo in casa? Da presentare magari anche come contorno sfizioso...
Ecco per voi la ricetta, che utilizza anche il vino bianco.

Ingredinti per 6 persone

1,200 kg di cavolfiore
180 gr di farina
2 dl di vino bianco
2 albumi
olio per friggere
sale

Preparazione

Pulite bene il cavolfiore, dividetelo in cimette e fatelo lessare per 10 minuti in acqua bollente salata, poi sgoccciolatelo e fatelo raffreddare. Nel frattempo mettete la farina setacciata in una terrina, unite un pizzico di sale e versate poco per volta il vino sbattendo contemporaneamente con una frusta metallica fino ad ottenere un composto di media consistenza. Montate a neve gli albumi e incorporateli al composto mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno con movimento dal basso verso l'alto evitando che si sgonfi la preparazione. Immergete poco alla volta le cimette nella pastella e friggetele in abbondante olio bollente. Sgocciolatele bene, poi passatele da un foglio di carta assorbente da cucina, trasferitele nel piatto da portata contornato con spicchi di limone e servitele ben calde.

giovedì 4 novembre 2010

Storia della Sicilia: La Sicilia Fenicia

Il sito archeologico di Solunto

Proseguiamo il nostro viaggio nella storia, con il capito successivo deddicato alla Sicilia Fenicia.
DIte la verità... quanto ci ricordiamo dai libri di storia? Via, un ripassino non farà male!

I Fenici erano un popolo semita, che dall'odierno Libano stabilì un gran numero di colonie in tutto il mar Mediterraneo. La loro importanza fu offuscata da una delle colonie, Cartagine, fondata nell'814 a.C. nel nord dell'odierna Tunisia. Inizialmente, gli insediamenti, che erano di tipo commerciale(empori), erano diffusi su tutta la costa, ma con l'arrivo dei Greci si dovettero ritirare nella zona occidentale, dove fondarono vere e proprie città residenziali.

Nel 734 a.C. i Fenici avevano fondato Mabbonath l'odierna Palermo, già abitata dai Sicani. Dello stesso periodo è la fondazione di Mtw cioè Mozia, che si ingrandì molto ospitando i Fenici espulsi dai Greci. Kfra (Solunto) fu il terzo polo delle colonie fenice in Sicilia, fondato intorno al 700 a.C. Le tre città rivestirono un ruolo di primaria importanza nei commerci con le zone circostanti e validi porti amici per le navi degli alleati Elimi e Sicani.

L'importanza di Cartagine in ambito mediterraneo iniziò a farsi sentire nel V secolo a.C. Con la spedizione di Malco attorno al 550 a.C. la città estese la propria influenza sull'occidente siciliano. Nel 480 a.C. il generale Amilcare, forte di un esercito di 300.000 uomini (secondo quanto riferito da Diodoro Siculo) e dell'alleanza con i Persiani, sbarcò nei pressi di Palermo con per la prima della campagne siciliane. Fu però sconfitto nella battaglia di Imera: questa disfatta ridimensionò le mire cartaginesi sull'isola per 70 anni circa. In ogni caso, l'estremità occidentale isolana rimase sotto l'influenza cartaginese.


Nel 410 a.C. le guerre ripresero con la seconda e terza campagna siciliana dei Cartaginesi. Questa volta i protagonisti furono Annibale Magone e poi Imilcone II per i Cartaginesi e Dionisio I di Siracusa in rappresentanza dei Greci di Sicilia. I Cartaginesi riuscirono a conquistare Selinunte, Imera, Agrigento, Gela e Camarina, per poi fermarsi alle porte di Siracusa, sconfitti dall'esercito aretuseo e dalla peste.
Nel 315 a.C. iniziò la quarta campagna siciliana: Agatocle di Siracusa attaccò ed espugnò Messina, per poi passare alla devastazione della campagne di Agrigento entrando in pieno "epicrazia" cartaginese. Amilcare II guidò la controffensiva africana, e batté ad Ecnomo Agatocle e mettendo sotto assedio Siracusa. Agatocle assediò a sua volta Cartagine e riuscì nonostante la sconfitta a romprere l'assedio in Sicilia.

I mercenari di Agatocle, chiamati Mamertini, rimasti senza lavoro, conquistarono Messina. Intervenne Siracusa e i Mamertini chiamarono in aiuto Cartagine che ne approfittò per insediarsi a Messina e mettere finalmente piede su una sponda dello stretto. Anche i Romani furono chiamati in aiuto dai Mamertini e, dopo lunga discussione, decisero di intervenire. L'attacco romano alla forze cartaginesi di Messina scatenò la Prima Guerra Punica, che durò dal 264 a.C. al 241 a.C. Al termine del conflitto Cartagine fu costretta a lasciare definitivamente l'isola.

(da Wikipedia)

martedì 2 novembre 2010

Ricetta Siciliana: Pasta con broccoli in tegame

Foto by churl

Sei un broccolo! Vi è mai capitato di scherzare con questa verdura? Oltre a fare molto bene alla salute, ad avere cioè proprietà antitumorali ormai riconoscuite, i broccoli colorano la nostra pasta e le danno un sapore inconfondibile e delizioso. Vediamo insieme questa ricetta, che li abbina ad altri ingredienti classici della cucina siciliana, come l'uva passolina ed i pinoli.


Ingredienti

1 cavolfiore
2 spicchi d'aglio
3 filetti di sarde
concentrato di pomodoro
sale
pepe
50 g di pinoli
50 g di uva passolina
zafferano
600 g di bucatini

Preparazione

Dividere le cime di un cavolfiore di media grandezza, che lesserete in acqua salata. A metà cottura, scolatele e tenetele da parte, così come farete con il liquido di cottura. In un tegame di coccio dai bordi alti, soffriggete 2 spicchi d'aglio e, nel soffritto fate sciogliere 3 filetti di sarde sotto sale. Versate poi 2 cucchiai di concentrato di pomodor diluito in poca acqua, che farete cuocere per 10 minuti, quindi unite le cime del cavolfiore. Salate, pepate, coprite il tegame e lasciate cuocere il cavolfiore finchè non si sarà appena sfatto. Unite, a questo punto, 50 g di pinoli, 50 g di uva passolina, già fatta rinvenire, e qualche filamento di zafferano sciolto in acqua calda. Nell'acqua del cavolfiore, lessate 600 g di bucatini, che toglierete a metà cottura, versandoli nel tegame della salsa. Mescolate e, dopo qualche minuto, togliete il tegame dal fuoco, copritelo e lasciate riposare per 5/10 minuti. Servite.
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