giovedì 29 luglio 2010

Ricetta Siciliana: Spaghetti alla Bakunin

Foto by fortinbras

Bakunin... chi era costui? L'anarchia non è affar nostro, soprattutto non la vogliamo in cucina, dove bisogna essere preparati, precisi, ordinati, accoglienti... però a questo personaggio storico è dedicata la ricetta che oggi vediamo insieme. Che ne dite? Per oggi facciamo gli anarchici? :-)


Ingredienti

olio d'oliva
2 spicchi d'aglio
4 filetti di sarde
1kg di pomodori pelati
peperoncino rosso in polvere
sale
pepe
origano
700 g di spaghetti

Preparazione

In 3 cucchiai d'olio d'oliva fate rosolare 2 spicchi d'aglio, che toglierete quando cominceranno a imbiondire. Nell'olio aromatizzato sciogliete 4 filetti di sarde sotto sale e poi aggiungete 1 kg ddi pomodori pelati, privati dei semi e tagliuzzati, un buon pizzico di peperoncino rosso in polvere, sale e pepe.
Lasciate cuocere a fuoco moderato per 20 minuti, quindi cospargete la salsa con abbondante origano.
Con questa salsa condite 700 grammi di spaghetti cotti al dente.

lunedì 26 luglio 2010

Il vocabolario siciliano: Abbaddari, Abbaddariatu, Abbaffarisi

Foto by Valentina_A

Oggi mi sento abbaddariatu... come? non avete capito? Ecco le parole siciliane di oggi:

Abbaddari o 'mpaddari, tr., appallottolare (CT)

Abbaddariatu, agg. accaldato, arrossato in viso (RG); infossato, sconnesso (TP)

Abbaffarisi, rifl., accovacciarsi; mettersi comodo, sdraiarsi, stendersi (TP) (PA); appisolarsi (EN); fig. deporre le minacce (CL)

Foto: Spaghetti alla chitarra cà Salsa Moresca


Filomena ci aveva detto che la sua pasta preferita era quella alla Moresca... bene, eccola qui! Non vi fa venire l'acquolina in bocca?? :-P

Ricetta Siciliana: Polpette in bianco


Sei una polpetta! quante volte abbiamo detto o ci siamo sentiti dire questa frase? In genere si riferisce a qualcuno di carino, simpatico, ma anche un poco furbetto, no?
Se ci riferiamo al cibo, chi resiste alle polpette?? Bianche o rosse che siano sono sempre una delizia!
Ecco qui per voi la ricetta per questa polpette in bianco, che si preparano con il pecorino... gustose, no?

Ingredienti

500 g di carne tritata di manzo
2 uova
mollica di pane
latte
aglio
prezzemolo
pecorino
sale
pepe
farina
1 cipolla
brodo di carne

Preparazione

In una terrina lavorate 500 g di carne tritata di manzo, incorporandovi 2 uova, un pugno di mollica di pane ammollata nel latte e strizzata, un trito d'aglio e prezzemolo, un cucchiaio abbondante di pecorino grattugiato, sale e pepe. Quando gli ingredienti saranno ben amalgamati, preparate delle popettine poco più grandi di una noce, passatele nella farina e fatele soffriggere con una cipolla finemente affettata. Quando saranno ben dorate, aggiustate di sale e pepe, diluite con mezzo litro di brodo di carne e fatele cuocere per circa un'ora. Poco prima di togliere il tegame dal fuoco, completate con prezzemolo tritato.

giovedì 22 luglio 2010

Ricetta Siciliana: Sarde a beccafico alla Palermitana

Foto by willfsca

Le sarde a beccafico vengono preparate in modi diversi a seconda della città in cui ci si trova.
Le variazioni non sono sostanziali, ma possono in effetti tradursi in diversi aromi, per cui ognuno può avere la propria versione preferita. Vediamo insieme oggi la ricetta per le Sarde a beccafico, versione di Palermo.
Poi magari vedremo anche le ricette di altre città siciliane. Le conoscete tutte? Quali preferite?

Ingredienti

1 kg di sarde
pangrattato
2 spicchi d'aglio
zucchero
prezzemolo
70 g di pinoli
70 g di uva sultanina
sale
pepe
olio d'oliva
alloro
succo di limone

Preparazione

Aprite le sarde dalla parte del ventre, togliete la testa e la lisca centrale, lasciando le due parti unite dal dorso. Fate appena tostare in poco olio 8 cucchiai di pangrattato, nel quale incorporerete, lavorando con la spatola di legno 2 spicchi d'aglio tritati, 1 cucchiaio di zucchero, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 70 g di pinoli, 70 g di uva sultanina fatta rinvenire in acqua tiepida, sale, pepe e mezzo bicchiere di olio d'oliva. Quando il composto sarà ben amalgamato, distribuitene una piccola porzione su ciascuna sarda aperta ed arrotolatela nel senso della lunghezza. Disponete le sarde ripiene in una teglia da forno ben unta con olio, alternando a ogni sarda 1 foglia d'alloro. Irrorate con uan soluzione di olio, succo di limone, sale e pepe, quindi infornate, lasciando cuocere per 15 minuti a temperatura moderata.

Il vocabolario siciliano: Abbaciurru, Abbacu, Abbadari

Foto by RICCIO

Eccoci al solito appuntamento settimanale con il nostro vocabolario siciliano.
La scorsa settimana abbiamo imparato a dire goffo, mentre oggi cosa vediamo?

Abbacciurru, m., paralume (AG)

Abbacu, m., calma, 2) quiete; 3) modo di dire: pigghiari tanticchia d'abbàcu a) interrompere, trattenere, b) darsi riposo (AG)

Abbadari, intr., badare

lunedì 19 luglio 2010

Intervista alla cuoca: Filomena Uroni


La porta della cucina della Trattoria Trinacria ha una finestra. Mettiamo le testa dentro e chi troviamo? Buongiorno signora! Lei è la cuoca? Come si chiama?

Buongiorno a tutti, si sono la cuoca e mi chiamo Filomena Uroni.

Piacere signora! Sentiamo un bell’accento siciliano, da dove viene lei?

Vengo da Palermo, sono siciliana doc! In cucina qui in Trinacria ci sono sempre stata io, fin dall’inizio.

Molto bene! Ed ha sempre desiderato diventare cuoca?

Si, cucinare mi è sempre piaciuto, forse i siciliani lo hanno nel sangue.

Cosa le piace cucinare più di tutto?

Beh, è difficile scegliere, sono tutti bei piatti, non ho una preferenza, li preparo tutti con passione. Mi piace improvvisare ma devo dire che qui soprattutto studiamo! Andiamo alla ricerca di piatti tipici antichi, rispettiamo le tradizioni.

Da dove prendete spunto?

Alcune sono vecchie ricette di famiglia, altre invece derivano da libri tipici siciliani con ricette antiche.

Ecco perché è tutto così buono e veramente fatto come una volta, come fatto in casa… Signora, sappiamo che sua nipote è la moglie di Simone. La conosciamo ed è una bellissima ragazza. I suoi parenti quindi sono tutti a Milano?

No, i miei parenti sono ancora tutti in Sicilia, ho qui solo i figli.

E le manca la Sicilia? Va giù spesso?

Certo che mi manca, eccome! Scendo due volte l’anno. Mi mancano tanto il mare e l’ambiente. Anche se a molti non piace, io ci sono nata, quindi a me piace. Poi mi mancano i familiari, di sicuro.

Dell’ambiente siciliano cosa le piace di più?

L’affettuosità: sono sempre pronti a dare una mano. Qui sono tutti molto più distaccati, mentre giù sono più spontanei. Anche se a volte forse sembrano intriganti perché fanno tante domande… come faccio io :-)

Quindi come si trova a Milano?

Bene, preferisco avere il lavoro a Milano.

Vengono clienti siciliani al ristorante?

Molti. Fanno sempre commenti positivi, è sempre andato tutto bene con tutti. Ogni tanto solo qualcuno si lamenta della pasta troppo cruda perché mi piace cuocerla al dente, ma è uno su mille.

Qual è il suo piatto preferito invece?

La pasta moresca: è una pasta preparata con cipolle, pomodorini, cannella, chiodi di garofano, arancia, limone e bottarga.
E’ un piatto molto bello e molto antico. Deriva dai Mori, da cui prende il nome.

Amate proprio le tradizioni qui… quindi non rivisitate i piatti antichi?

No, abbiamo sempre tenuto tutto preciso, non abbiamo mai rivisitato le ricette. Non ci piace fare cambiamenti perché sono piatti già poco noti. Se capita che non troviamo un’erba particolare, allora la sostituiamo con un’altra, ma cerchiamo sempre di non cambiare il sapore finale del piatto.

Con Simone non abbiamo parlato del Fuorisalone del Mobile, l’evento di Aprile che vi circonda. Che cosa succede qui durante il Fuorisalone?

Il pandemonio! Quest’anno abbiamo preparato le arancine di riso e le abbiamo vendute ad 1 euro, mettendo un banchetto qui fuori dal ristorante, per far conoscere agli stranieri i prodotti siciliani: abbiamo pensato di far conoscere il panino con le panelle, le arancine… per far conoscere la Sicilia.

E come è andata?

È andata benissimo, abbiamo avuto un riscontro enorme, non so quante centinaia di arancine abbiamo fritto, c’è stata una richiesta continua.

Eh beh, non si può dire di no ad una leccornia del genere! Quali altri prodotti tipici avete?

Naturalmente la cassata ed il cannolo, che arrivano direttamente dalla Sicilia, poi il gelato con i pistacchi di Bronte.

Quindi non prepara lei i dolci?

No, non è possibile per via della ricotta: a Milano non si trova, ha un sapore diverso.

Signora Filomena, lei è molto gentile ma… com’è in cucina?

In cucina siamo tutti allegri, il nostro gruppo è nato 10 anni fa e non è mai stato cambiato. Ormai ci capiamo al volo, basta uno sguardo. Non ci sono discordie. Credo che per far uscire un buon piatto dalla cucina ci si debba intendere, se non si va d’accordo con gli altri non uscirà nulla di buono. L’intesa è la cosa principale.

E si vede che i risultati sono buoni! :-) signora, quanto tiene alla presentazione dei piatti?

Credo che prima si mangi con gli occhi, poi si assaggi. La presentazione naturalmente è molto importante. Ci piace fantasticare, abbellire il piatto cercando di renderlo più bello possibile, aggiungendo una foglia di menta oppure di basilico, o magari un fiore di zucca…

Grazie Signora Filomena per il tempo che ci ha concesso, ora la lasciamo ai suoi doveri :-)


Ma… mentre parlavamo un ragazzo ci ascoltava… chi era?


Il nipote di Filomena, che ci dice che lavora per una ditta di prodotti tipici siciliani a sua volta. Se ne intende quindi di qualità e ci lascia la massima del giorno per tutti i siciliani di Milano:

“Un pezzo di sole c’è anche a Milano: alla Trattoria Trinacria”


(Davide il Pasticcere)

giovedì 15 luglio 2010

Vocabolario siciliano: Abbaccarunatu, Abbacchiatu, Abbaccianàriu


Eccoci di nuovo al nostro appuntamento settimanale con il vocabolario siciliano.
Oggi impariamo come si dice "goffo", oppure come si dice "abbeccedario"... tutta un'altra storia in siciliano, eh?! :-)

Abbaccarunatu, agg., goffo (PA)
Abbacchiatu, agg., abbacchiato (TP)(PA)
Abbaccianàriu, m., abbeccedario (ME)
Foto by zak mc

Vino di Sicilia: Pietramarina Etna Bianco Superiore DOC



Oggi parliamo di vino: vediamo una delle bottiglie che potrete sorseggiare presso la nostra osteria. Si tratta di uno dei vini bianchi, proveniente dalla zona dell'Etna:

il Pietramarina Etna Bianco Superiore DOC - Azienda Vitivinicola Benanti.

Questo vino proviene da Caselle, da un comune che si chiama Milo, in provincia di Catania. Si trova nel versante est dell'Etna. Il titolo di Superiore viene attribuito solo alle bottiglie prodotte in questo comune.

Milo si trova ad una altitudine di 950 metri sul livello del mare ed ha un clima tipico dell'alta collina, con forti sbalzi di temperatura tra giorno e notte.

I terreni su cui viene coltivato il vitigno sono di tipo sabbioso, ovviamente vulcanico, perciò ricco di minerali e ad azione sub acida.

I vitigni da cui proviene il Pietramarina sono Carricante al 100%, che viene di solito coltivato ad alberello in parte franco di piede. Si tratta di un vitigno autuctono, che viene coltivato soltanto sull'Etna. I grappoli sono di media lunghezza come anche l'acino, che ha una buccia molto pruinosa di colore verde giallognolo, mentre la polpa è succosa e dal sapore dolce.

Le uve maturano verso la fine di Ottobre. Il grappolo intero viene pressato con spremitura soffice, poi la fermentazione in serbatoi d'acciaio si svolge ad una temperatura di 18-20°C .

Prima dall'imbottigliamento, il vino si lascia maturare per almeno un anno in vasca.
Il profumo è intenso e fruttato, con sentori di fiore di zagara e di mela matura, mentre il sapore è secco e armonico. La persistenza aromatica presenta un retrogusto di anice e mandorla.

I vigneti dell'azienda Benanti hanno 80 anni: la vigna ha una densità di impianto di 9.000 piante per ettaro ed una resa di 70 quintali per ettaro.

lunedì 12 luglio 2010

Ricetta Siciliana - Pasta a "picchi pacchiu"


Nonostante la pioggia della notte, a Milano splende un bel sole e fa caldo, caldissimo. E nonostante il caldo, abbiamo voglia di parlare di pasta. Si, perchè d'estate il pomodoro fresco permette di preparare non solo la passata, magari per tutto l'anno a venire, ma anche sfiziosi primi piatti con materia prima freschissima. Provate questa ricetta golosa e saporita per la pasta a "picchi pacchiu"... e chissà che prima o poi il nostro dizionario non ci insegni anche che cosa significa! :-)

Ingredienti

1 kg di pomodori
4 spicchi d'aglio
sale
peperoncino rosso in polvere
basilico
olio extra vergine d'oliva
700 gr di spaghetti
caciocavallo


Preparazione

Pelate i pomodori maturi e togliete i semi. Tagliateli a pezzettini e metteteli in un'insalatiera insieme agli spichi d'aglio affettati finemente, a sale, peperoncino rosso in polvere, 2 o 3 foglie di basilico e 1 bicchiere e mezzo di olio d'oliva. Mescolate bene, coprite l'insalatiera e lasciate riposare per almeno 3 ore. Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata e quando saranno al dente, versateli nel piatto di ceramica tipico, chiamato fangottu, con la salsa. Completate con abbondante cacio cavallo grattugiato.

giovedì 8 luglio 2010

Ricetta Siciliana: Cazzilli

La scorsa settimana Giovanni di Palermo ci ricordava che insieme alle panelle vanno i cazzilli...
Si può dire cazzilli? Non è una brutta parola! :-)

Si tratta solo di una sorta si supplì di patate (nella foto vedete i più classici supplì) molto semplici, sempre tipici dell'isola.

Vediamo allora insieme la ricetta e buon appetito!

Ingredienti
1 kg di patate
aglio
prezzemolo
sale
pepe
olio di semi

Preparazione
Bollite le patate e setacciatele. Aggiungete alla purea piuttosto densa poco aglio tritato, prezzemolo, sale e pepe. Formate delle crocchette ovali e friggetele in olio di semi ben caldo.
Nella Sicilia orientale si usa passare le crocchette nella chiara d'uovo sbattuta e nel pan grattato prima di friggerle.

Vocabolario siciliano: Abbabbasuniri, Abbabbiari, Abbacàri

Eccoci all'appuntamento settimanale con il Vocabolario Siciliano.

La scorsa settimana abbiamo scoperto che i Babbani di Harry Potter derivano in realtà dalla lingua siciliana.
Oggi invece impariamo queste tre parole:

Abbabbasuniri, intr., diventare bbabbasuni imbecille, rimbecillire.

Abbabbiari o babbiari, tr., prentede in giro (TP)(RG); 2) intr., scherzare.

Abbacàri, intr., diminuire, 2) quietarsi, 3) ridursi, 4) placarsi del dolore, del lavoro, 5) mar., quietarsi del mare (TP).

lunedì 5 luglio 2010

Intervista a Simone

Come anticipato, eccoci oggi in Trinacria per parlare con Simone, il proprietario del ristorante. Ciao Simone, che bella trattoria! Tu sei siciliano? Ti va di raccontarci da dove vieni?


Ciao a tutti, no in realtà io sono nato a Milano, ma da papà siciliano e da mamma di Salerno. La mia parte sicula deriva da Modica, vicino Ragusa. Forse conoscerete Modica per il cioccolato: là infatti viene preparato con la vecchia ricetta azteca!


Certo! Modica è molto famosa. Quindi i tuoi genitori sono venuti a Milano anni fa con l’intenzione di aprire un ristorante?


No, in realtà loro si sono trasferiti 40 anni fa, mentre il ristorante è aperto solo da 10 anni.


Solo si fa per dire… 10 anni non sono pochi, complimenti! E siete sempre stati in via Savona?


Si, inizialmente la zona era molto diversa. Poi negli ultimi anni ha visto un miglioramento continuo. Ora siamo circondati da grandi nomi della moda: qui di fronte ad esempio abbiamo le sedi di Ermenegildo Zegna, Diesel e Fay. Girogio Armani poi, è praticamente dietro l’angolo.


Che bello! Si, conosciamo bene questa zona che è teatro tra l’altro del cosiddetto Fuori Salone del Mobile (ndr evento che si tiene ad Aprile, in concomitanza del Salone internazionale del mobile). Quindi capita anche che abbiate clienti illustri?


Abbiamo clienti del settore moda, ad esempio Diego Della Valle è capitato data la vicinanza degli uffici, mentre in generale abbiamo una clientela di medio alto profilo. Siamo molto vicini alla ditta Endemol Italia (ndr. ditta produttrice di numerosi format televisivi), quindi può capitare che passino di qui personaggi noti come ad esempio Simona Ventura.


Bello! Deve essere una bella soddisfazione. Di questi 10 anni che cosa ricordi con piacere?

Beh si, il ristorante ci ha dato tante soddisfazioni e tanti momenti anche divertenti. Siamo stati lanciati dal giornalista Gianni Mura di Repubblica, che ci ha fatto visita anche recentemente e che anni fa ci ha dato visibilità con un bell’articolo. Ancora lo ringraziamo.

E’ capitato per caso di ospitare persone molto simpatiche come l’amministratore delegato di Mondadori, Miccichè, il presidente di Banca Intesa e quello di Ina Assitalia ed altri personaggi di politica e finanza… tutti uniti dal sorriso grazie al nostro panino con la milza!

Simone, fuori dalla porta, nella più classica posizione per un ristorante, vedo gli adesivi di una guida famosa…

Si, siamo citati all’interno della guida Michelin da diversi anni. Questa è una cosa che ci fa molto piacere e che, dobbiamo dirlo, aiuta molto. Anche per la nostra immagine è importante. Siamo stati felici di essere stati riconfermati anche per il prossimo anno. Abbiamo ricevuto lo scorso anno la visita di un inviato: dopo aver pagato il conto ci ha fatto alcune domande e solo allora abbiamo capito di chi si trattasse.

Certo, essere segnalati è una garanzia di qualità per i vostri clienti.

Certo, per noi la qualità è una priorità sempre, facciamo di tutto per mantenerla al meglio. Molte materie prime, infatti, ci arrivano direttamente dalla Sicilia, come il pescato, i capperi, l’uvetta “passolina” che a Milano non si trova, oppure i pomodorini secchi per preparare il sugo finto. Poi ancora la ricotta freschissima, il gelato al pistacchio…

Ricordo ancora con l’acquolina in bocca certi dolcetti fatti in casa, simili al torrone, vicino alle feste natalizie…

Ah si, li avevamo comprati da una signora siciliana che li vendeva per beneficenza. Siamo abbastanza attenti anche alle cause e quando si può aiutiamo. Ad esempio una volta prendevamo la pasticceria secca da un’azienda di Modica di Don Puglisi, che aiutava le ragazze madri. Mentre una sera abbiamo organizzato una cena per Cardinal Ferrari, in collaborazione con un Leo club di Milano ed il ricavato è andato ad una azienda nello Sri Lanka che produce latte in polvere per bambini… ma è stata una esperienza impegnativa a dire il vero!

Che dire… siete proprio bravi! Tornando alla cucina, mi dici se avete un piatto forte, qualcosa che vi caratterizza?

Beh essendo un ristorante siciliano i piatti forti sono la pasta con le sarde, gli involtini di pesce spada ed il cannolo. Anche la pasta alla norma però non è da meno.

Ogni quanto tempo cambiate il menu?

Siamo attenti alla stagionalità degli alimenti, quindi ogni cambio di stagione si cambia menu. A volte anche più spesso in relazione alle materie prime come il pesce e la verdura.


Guardandosi attorno qui al ristorante si vedono belle terrecotte dipinte, tipiche della Sicilia…

Si, le ceramiche vengono tutte da Trapani. Tutto ciò che è appeso ai muri, come i quadri e le vecchie stampe del giornale di Sicilia vengono dall’isola. Le foto della pesca del tonno, la stampa del quadro di Guttuso, il carretto siciliano con l’asinello… tutto richiama l’atmosfera siciliana. Abbiamo sempre voluto mantenere uno stile rustico. L’impronta del ristorante è stata data da mio fratello che ama la Sicilia ed è il creativo di famiglia. Non abbiamo mai pensato ad un’immagine chic o di tendenza. Il nostro è un ristorante con cucina casalinga ed ambiente famigliare. La gente si trova a proprio agio, perché cerchiamo sempre di parlare ai tavoli con i nostri clienti, nessuno viene trattato con distacco.

Ed avendo provato posso dirvi che è proprio così! Grazie Simone per il tempo che ci hai dedicato e buon lavoro.

Grazie a voi, vi aspettiamo tutti alla trattoria Trinacria!

venerdì 2 luglio 2010

Ricetta siciliana: Panelle

Ecco la ricetta per le frittelle di ceci chiamate Panelle, molto diffuse nel palermitano ma amate in tutta la Sicilia e non solo.


Ingredienti

200 gr di farina di ceci
prezzemolo
olio di semi


Preparazione

In mezzo litro di acqua salata fredda fate sciogliere 200 gr di farina di ceci. Ponete il recipiente sul fuoco e, sempre mescolando, lasciate cuocere la farina fino ad ottentere una pasta piuttosto solida e compatta. Aggiungete del prezzemolo tritato, togliete dal fuoco e spalmate la pasta nelle apposite formelle di legno della misura all'incirca di 4 per 8 cm. Quando la pasta si sarà raffreddata, staccatela dalla forma e friggete le panelle in olio di semi ben caldo, utilizzando possibilmente una friggitrice.

Il vocabolario siciliano

Abbiamo preso appuntamento con Simone, il capo della banda, per la prossima settimana. Andremo ad incontrarlo per conoscerlo e per saperne di più su questa bella trattoria.

Iniziamo invece oggi la rassegna del VOCABOLARIO SICILIANO.
Come sapete, ogni regione ha i propri dialetti ed i propri modi di dire particolari.
Qui in Trinacria si respira una meravigliosa aria di Sicilia, perchè allora non entrare nella lingua e non cominciare a muovere i primi passi, o meglio, a pronunciare le prime parole? Attenti, non sarà per nulla facile, ma con un po' di pazienza e di passione tutto si può fare!
3 paroline alla settimana ci porteranno lontano... con un sorriso!



Vocabolario siciliano: le parole della settimana sono

Abba, f., alba

Abbabbalucchiri, intr., diventare babbeo; 2) rimbecillire; modo di dire: addivinatri babbaluccu cioè rimbecilliti (CL)(TP)

Abbabbaniri, intr., diventare babbanu tonto: intontire; 2) tr., confondere; 3) sbalordire; 4) rifl., confondersi.
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